L’idea delle sneakers viene ai Nativi d’America nel XVI secolo: utilizzavano il lattice per ricoprire la pianta del piede per proteggerlo dai terreni più duri e impervi.
Nel 1839 c’è la svolta: viene inventato il processo di vulcanizzazione che rende il lattice molto più resistente. Il passo è quasi automatico: nel 1850 in Inghilterra viene inventata la prima vera scarpa da ginnastica, che riscuote subito un grandissimo successo nel mondo dell’aristocrazia.
Le sneakers iniziano a diventare un fenomeno di massa solo nel 1896, grazie alle Olimpiadi di Atene e agli atleti che le indossano per praticare sport. La consacrazione avviene nel 1936, quando Jesse Owens, atleta afroamericano, vince 4 medaglie d’oro alle Olimpiadi di Berlino, calzando un paio di Adidas.
Negli anni ‘50 le sneakers sbarcano negli States e si liberano dal concetto di scarpa da ginnastica anche grazie al divo del cinema James Dean, che indossa un paio di queste assieme a jeans e giacca in pelle nel film Gioventù Bruciata, diventando simbolo di ribellione ed emancipazione giovanile.
Il passaggio da emancipazione a moda mainstream lo si deve ad un altro atleta, Micheal Jordan, cestista, che negli anni ‘80 sarà scelto da Nike come sponsor delle scarpe Air Jordan, che sarebbero diventate le sneakers per eccellenza. Attorno a queste scarpe tutt’ora c’è una cultura di appassionati e un mercato enorme.
Lo stilista Giorgio Armani ha contribuito a sdoganare definitivamente le sneakers come elemento di alta moda accoppiandole agli abiti d’ufficio e agli smoking, aprendo a queste le passerelle delle sfilate più prestigiose.
Ad oggi le sneakers sono un simbolo di versatilità: possono essere usate per fare sport, come simbolo di moda e per dimostrare la propria emancipazione.